Basilica di San Pietro al Monte

Edificio religioso, tra i più belli e rappresentativi del romanico europeo, situato insieme all'Oratorio di San Benedetto a 700 m d’altezza sul monte Cornizzolo. Faceva parte del complesso dell'Abbazia benedettina di Civate, che comprendeva anche la Basilica romanica di San Calocero, oltre a San Nazaro, San Vito e una chiesa dedicata al Battista, non identificata.

Il più antico documento sul complesso risale alla metà del IX secolo e parla di una presenza di 35 monaci benedettini, capeggiati dall'abate Leutgario, legato al Monastero di San Gallo in Svizzera; nel 850 il corpo di San Calocero fu trasportato nella Basilica di San Calocero, matrice del monastero.
Nel 1097, Arnolfo, vescovo di Milano volle essere sepolto proprio a San Pietro al Monte. Qui il presule si era ritirato alcuni anni prima, in cerca di pace, dopo i duri scontri seguiti alla sua discussa elezione. E proprio alla fine dell'XI secolo possono essere datati alcuni dei più importanti lavori che ampliarono e abbellirono la mirabile chiesa di Civate.

L'orientamento originale fu rovesciato creando un edificio dotato di un insolita doppia abside, di cui quella orientale veniva a costituire la facciata.
Una monumentale scalinata permetteva l'accesso, mentre attorno all'ingresso un ampio atrio semicircolare a due piani, uno ad altezza chiesa e l'altro ad altezza cripta, aperto a bifore, accoglieva i pellegrini, dando loro il conforto di un riparo. Schieratosi con il Barbarossa durante la guerra fra l'imperatore tedesco e il libero Comune di Milano, il monastero di Monte Pedale fu duramente punito dagli ambrosiani che ne distrussero le parti conventuali, rispettando tuttavia la chiesa ed i suoi ornamenti. La comunità benedettina cessò così di risiedere stabilmente a San Pietro, vegliata da allora solo da pochi monaci che più di altri sentivano il richiamo dell'eremo. Quattro secoli più tardi, a metà del Cinquecento, la vita religiosa del luogo fu ravvivata da alcuni Olivetani, che furono infine cacciati nel 1798 dalle soppressioni della Repubblica Cisalpina.

Esternamente le quattro fronti cuspidate ospitano rilievi in stucco, con i bellissimi simboli degli evangelisti negli spigoli. Stucchi mirabili nel modellato, splendidi per espressività, che ritornano nella cripta, il luogo più intimo e riservato del santuario, dedicato alla Vergine e al tema dell'incontro di Dio con l'uomo, della manifestazione del divino nella storia. Oggi come allora, dopo aver gustato di tanta meraviglia, dopo aver partecipato ai sacri riti, volgendosi indietro il fedele s’imbatte nel grandioso affresco della controfacciata, raffigurante l'apocalittica battaglia tra il terribile drago e gli angeli che difendono la -donna vestita di sole-" e il figlio nascente.


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